Le future storie..

Selena guardò contrariata quella porta …
Come poteva sua madre farle questo?
Anzi..Come osava farlo?
La stava mandando in quel posto solo per sbarazzarsi di lei.
Tutti i giorni della settimana, tranne la domenica e qualche sabato, si sarebbe ritrovata in quel posto.
Già sapeva che non si sarebbe divertita.
Ma cosa avrebbe potuto fare?
Più tosto che stare sempre nella stessa casa con quel uomo avrebbe accettato ogni compromesso.
Così, dopo aver fatto un ultimo sospiro, entrò nella stanza.
Dentro vi ritrovò tre ragazzi e due ragazze.
La prima che la colpì fu sicuramente la ragazza bionda.
Poi quella mora.
E infine i tre ragazzi.
Avevano tratti simili..probabilmente erano fratelli.
**
“Buongiorno signorina..”
Mi voltai.
Davanti a me c’era una donna giovane, con capelli scuri e occhi verdi.
La guardai scettica.
“Posso sapere il suo nome?” mi chiese guardando il foglio che aveva tra le mani.
“Gomez. Selena Gomez”.
“Ah..certo. La stavamo aspettando. Si sieda pure.” disse indicando un posto vicino alla ragazza mora.
Guardai prima il posto e poi lei e lentamente andai a sedermi.
Sentì che gli sguardi di tutti erano rivolti verso di me.
“Adesso che siamo tutti qui..direi che potemmo iniziare.”
Guardai incuriosita la ragazza davanti a me.
“Io sono Lizzie. Sarò io a coordinare questa classe per quest’anno. “
Ok.
Ero finita in questa classe a causa di mia madre e adesso scopro che la donna che dovrebbe controllare tutto quanto è una ragazza giovane quanto me?
Ma stiamo scherzando?
Il mio scetticismo doveva essere evidente, perché mi si avvicinò sorridendo.
“Ti sembro un po’ troppo giovane?”-il suo sorriso si fece anche più grande-“..oh …Non ti preoccupare. Sono molto più esperta e brava di quel che sembro. O almeno questo è quello che mi dicono…”
Alzai un sopraciglio anche più scettica di prima.
Lei però non sembro accorgersene, perché continuò con il suo discorso.
“Tenterò di aiutarvi con tutti i mezzi possibili..e farò in modo che le vostre medie scolastiche non si abbassino. Siete qui perché io vi aiuti e vedrete che ci riuscirò!” esclamò convinta.
Era piena di energia.
Io però non riuscivo a capire.
Come riusciva a sprizzare energia da tutti i pori..quando si ritrovava in questa situazione?
Questa classe doveva essere...

Si guardò attorno.
La strada era deserta.
Nessun paesano, nessun ninja o medico nei dintorni.
A grandi falcate per corse l'ultimo traggitto che divideva il villaggio dal mondo esterno.
Già.
Stava lasciando il villaggio per sempre.
Quel villaggio che fino all'altro giorno aveva considerato casa.
Lo stesso che l'aveva protetta quand'era più piccola, e che l'aveva vista crescere.
Eppure..
Era lo stesso villaggio che aveva ucciso il suo migliore amico.

"CHE COS AVETE DETTO?" urlai orribilata.
"Hinata calmati!"
Tzunade era davanti a me e mi guardava preoccupata.
"Come avete potuto..lui.."
"Dovevamo farlo."
Il volto di Tzunade si indurì.
"Era necessario. Il consiglio ha votato e ha deciso. Non potevo oppormi in alcun modo."

Luna era strata attratta dai suoi occhi.
Quei occhi freddi, di giaccio, che non trasmettevano alcuna emozione.
Non era mai stata attrata da..